Quartetto di Venezia

Angelo... che ancora ricorda I pianissimi che chiesi a lui e all’intero Quartetto di Venezia... nel 1988, a Parigi e dappertutto dove siamo stati a suonare, a Siena, Firenze, Basilea, Gargnano.... Soprattutto il Quintetto di Castelnuovo-Tedesco. Ma abbiamo suonato anche quello di Brouwer, a Fiesole, l’anno della piena dell’Arno.
Fu questa la prima esecuzione assoluta del quintetto di Leo Brouwer, che era a Firenze, ospite da P.Paolini, dove stava terminando il Concerto di Li...egi, credo.
Mi diede la partitura del manoscritto del quintetto, che aveva appena ricostituito, dopo che era stato per molti anni rinchiuso nella libreria di sua moglie, all’Avana... Fino ad allora disponeva solo dell’Allegro finale.
Fu un vero successo, con bis del tempo lento... e tante bottiglie di Chianti!!
Ma, sia ben chiaro(!) senza, sempre senza amplificazione alcuna!
È un vero peccato ascoltare queste cose oggigiorno... dove il microfono è d’obbligo (!). Si sente solo la chitarra, che pare uno Steinway !
Il Quartetto di Venezia è stato per me la migliore esperienza di musica da camera, senza eccezioni. Per questo ringrazio enormemente la buona volontà di Angelo, Andrea, Alberto e le due viole, membri del famosissimo insieme! La loro capacità di ridurre al minimo il volume, senza mai rinunciare alle nuances richieste dall’autore, dovrebbe essere stata l’esempio inevitabile per tutti i quartetti di oggi! Ma purtroppo non è così!
Un vero peccato. N’è vero Angelo Zanin?
Un caro abbraccio a tutti!
Oscar Ghiglia